Apple cautamente ammette di rallentare le prestazioni degli iPhone più vecchi a causa delle batterie usurate da tempo per evitare spegnimenti improvvisi. E le conseguenze non tardano a venire. Negli Stati Uniti sono state avviate tre «class action» — azioni legali collettive, condotte quindi da più soggetti che chiedono una soluzione su una stessa problematica — da cittadini furibondi che accusano Cupertino di aver avuto un comportamento fraudolento nei loro confronti. Le lamentele contro Cupertino partono da Illinois, Indiana, North Carolina, Ohio e California. Raggruppate in tre corti federali.
L’ammissione di Apple arriva dopo un dibattito nato su Reddit, e ripreso dal Guardian, che ha sollevato il dubbio che i nuovi aggiornamenti del sistema operativo iOS rallentino intenzionalmente gli iPhone più datati. Un dibattito nato dalle tante segnalazioni degli utenti e che hanno trovato risposta in analisi di esperti. Come John Pool, fondatore del sito Geekbench, che ha spostato l’attenzione sulla batteria. Spiegando che Apple non riduce intenzionalmente le prestazioni, ma imposta una differente gestione energetica. Un sistema per evitare che questi melafonini, con batteria logorata, si spengano improvvisamente, a causa di picchi di energia richiesti dalla Cpu. Cupertino ha di fatto spiegato che l’intuizione è corretta. In un commento della società si legge: «Il nostro obiettivo è offrire la migliore esperienza per i clienti, fra cui prestazioni complessive e il prolungamento della vita dei loro dispositivi. La capacità delle batterie al litio di fornire correnti di picco diminuisce quando fa freddo, quando la batteria è quasi scarica, o con l’età del componente. Il risultato è che il telefono può spegnersi all’improvviso per proteggere la componentistica. L’anno scorso abbiamo rilasciato una funzionalità per iPhone 6, iPhone 6s e iPhone SE per ridurre i picchi istantanei ai casi strettamente necessari per prevenire il problema dello spegnimento. Ora abbiamo esteso questa funzione a iPhone 7 con iOS 11.2 e prevediamo di aggiungere il supporto per altri prodotti in futuro»
Fonte: corriere.it