Si chiama diAry “Digital Arianna” ed è stata progettata dall’Università di Urbino e dallo spinoff universitario Digit.
DiAry funziona come un ausilio personale alla memoria, ci spiega il responsabile del progetto Alessandro Bogliolo, professore di Sistemi per l’Elaborazione delle Informazioni dell’Università di Urbino. Infatti rileva automaticamente la posizione e gli spostamenti dell’utente e ne conserva memoria locale, sul dispositivo personale, senza consumare memoria e batteria.
DiAry campiona infatti la posizione in modo intelligente, cioè solo quando cambia significativamente. “Permette anche all’utente di etichettare tutti i luoghi in cui si ferma per almeno cinque minuti e ne mantiene memoria riconoscendoli nei giorni successivi”, aggiunge Bogliolo, “e consente di annotare in qualsiasi momento eventi o situazioni di rilievo per esempio quando ci si trova in una situazione di folla”.
Il tempo che trascorriamo a casa, in questo momento di emergenza, è prezioso,ed è l’arma più efficace per combattere Covid-19. Con questa app vogliamo riconoscerne il valore, per farne un elemento di coesione sociale.
Il tempo trascorso a casa in modo responsabile viene riconosciuto e quantificato in termini di WOM (acronimo di Worth One Minute), speciali certificati che riconoscono il valore sociale delle azioni individuali. I WOM possono essere utilizzati come voucher, ai quali esercenti e fornitori di servizi possono attribuire un valore concedendo sconti e agevolazioni.
DiAry offre la possibilità di conferire statistiche giornaliere a un database centrale, in modo anonimo e volontario, contribuendo alla costruzione di un open data set. I dati vengono quindi condivisi solo su volontà dell’utente: si tratta di dati statistici non personali che dicono la percentuale di tempo trascorso a casa, i mezzi usati, i chilometri percorsi. Non c’è bisogno di registrarsi né di creare account per usare l’app.
L’app, inoltre, può fornire dati rilevanti per il contenimento del contagio da Covid-19. Per fronteggiare la diffusione del virus è infatti essenziale risalire ai luoghi e alle persone frequentati durante il periodo di incubazione.
Con i dati dell’app si può provare a risalire in modo puntuale a tutte le persone che si trovavano contemporaneamente in quei luoghi, non chiedendo loro di condividere le loro tracce ma rendendo pubbliche le informazioni su dove possono essere localizzati i focolai di contagio.
Fonte: it.mashable.com